6 e 9 agosto 1945.
Little Boy e Fat Man.
Hiroshima e Nagasaki.
Stati Uniti, Giappone, il mondo che assiste.
Queste le parole chiave che andranno a guidare l’articolo, oggi si parla di qualcosa di serio.

Tra qualche giorno ricorrerà un triste anniversario: quello del bombardamento nucleare su Hiroshima (6 agosto) e Nagasaki (9 agosto). Nel 1945 il governo statunitense sperimentò per la prima volta (e fortunatamente anche l’ultima) la famigerata bomba atomica, o bomba a fissione nucleare: un’arma di distruzione di massa capace di generare in pochi millesimi di secondo più calore di quello contenuto nel nucleo del Sole.

Si tende a parlare spesso di Hiroshima e poco di Nagasaki, forse perchè Hiroshima sperimentò per prima la bomba, forse perchè Nagasaki era meno popolosa. In ogni caso tenete presente che Fat Man (l’ordigno lanciato su Nagasaki) era quattro volte più potente del primo e quindi l’episodio si rivelò ugualmente atroce.

 

Mattina del 6 Agosto 1945

Gli abitanti di Hiroshima iniziano una giornata qualunque: i bambini si dirigono a scuola, le madri hanno già preparato loro il pranzo; uomini e donne camminano per le strade, chi con il fidanzato, chi con la nonna, chi in compagnia di un cane.
Un aereo militare partito dagli Stati Uniti sorvola il cielo. Al suo interno l’equipaggio indossa gli occhiali protettivi.

Ore 08.15: si apre il portellone, l’aereo lascia cadere qualcosa, poi si allontana a tutta velocità. 51 secondi dopo un lampo gigantesco abbaglia il cielo e la storia dell’umanità cambia per sempre.

Little Boy

Ciò che è esploso a 600m dal suolo è Little Boy, una bomba all’uranio che sprigiona un’energia terrificante mediante la scissione nucleare. È stata creata in gran segreto nei laboratori USA in quella che fu una delle operazioni top-secret più imponenti di sempre. È stata testata solo in parte ed è la prima volta che viene lanciata su una città. Nessuno conosce la sua vera potenza distruttiva e non si ha idea dei danni che causerà.

Hiroshima diventa protagonista di un esperimento bellico che costerà la vita a centinaia di migliaia di civili.

 

Come uccise la bomba nucleare?

Per i più “fortunati” fu una morte rapidissima, per gli altri una lenta agonia.

  • Alle 08:16 Little Boy esplose generando un lampo accecante che i giapponesi poi chiamarono Pikadon (lampo/tuono). In una frazione di secondo la temperatura arrivò a 20 milioni di gradi (più di quella del nucleo del Sole) incenerendo, nel vero senso della parola, tutto ciò che c’era intorno.
  • Coloro che si trovavano nel raggio di 1000m dal punto 0 (circa 30.000 persone) si disintegrarono all’istante. Non morirono soltanto: scomparvero. Svanirono, furono scomposti in atomi, di loro non rimase nulla.
    Il fungo dell’esplosione, immagine per eccellenza della bomba atomica, altro non è che un insieme di detriti, polvere, vapore acqueo e atomi di composti organici (persone, animali, piante) che s’innalza nel cielo.
  • La gente che si trovava invece a distanza di 1-2,5 km (circa 50.000) s’infiammò e s’incenerì in pochissimi secondi, 7 al massimo. Chissà se si accorse di morire.
  • 80.000 persone morirono così in un istante. Nelle esplosioni atomiche non sono le radiazioni ad uccidere come sarebbe facile pensare, bensì il calore.
  • Alla luce abbagliante segue il buio (l’oscurità provocata dal fungo che eclissa il sole) e poi l’onda d’urto, con venti ad 800km/h (4 volte più potenti del più violento uragano mai registrato). Resistono soltanto alcuni edifici in cemento.
    L’onda d’urto raggiunse anche l’aereo che aveva sganciato l’ordigno, che ormai si trovava a 17km di distanza. Soltanto uno scossone, tutto l’equipaggio si salvò e tornò a casa.
  • Al di fuori dei 2,5km non si muore subito, ma si soffre in modo atroce. Le persone erano ustionate, carbonizzate vive, la carne lacerata o sciolta sino a mostrare le ossa, le membra deformate.
  • Tutto ciò non basta. Con l’esplosione l’umidità dell’aria si vaporizzò all’istante, salendo verso l’alto. Scontrandosi con la nube del fungo si ricondensò con le scorie radioattive. Cominciò a piovere. Una pioggia nera, fangosa, velenosa. Chi si bagnò o peggio bevve quell’acqua nel vano tentativo di rinfrescarsi in mezzo a quel deserto rovente, ebbe una morte lenta e dolorosa.
  • Lo scontro tra l’aria rarefatta del luogo dell’esplosione e quella delle campagne vicine generò correnti di vento a 250km/h che trascinarono dentro a quel forno nucleare chi stava fuori.
  • S’innalzarono onde enormi dai canali che travolsero tutto quello che incontrarono. Chi si trovava lì sotto morì, bollito.

Non era la prima volta che un bombardamento mieteva così tante vittime. Cosa lo rese quindi diverso rispetto agli altri?

Solitamente gli aerei sganciavano decine, centinaia di bombe. In questo caso, invece, in qualche secondo morirono 80.000 persone. In quella giornata, 170.000. Negli anni, corrosi lentamente dalle radiazioni, persero la vita non meno di 300.000 uomini, donne e bambini.
Tutti a causa di un solo, singolo ordigno.

 

 

Due giorni dopo

Soltanto l’8 agosto i giapponesi furono avvisati ufficialmente per radio di quanto era accaduto.
I soccorritori non potevano avvicinarsi a più di 4km dall’epicentro dell’esplosione, perché le temperature erano ancora troppo alte. I superstiti continuavano a morire.

Dopo aver annunciato pubblicamente che “come giusta punizione per l’episodio di Pearl Harbor” era stata bombardata una “base militare” giapponese, il presidente degli Stati Uniti pretese la resa incondizionata. Il Giappone era nel caos ma non ebbe nemmeno il tempo di decidere: gli USA da tempo avevano iniziato a produrre tramite catena di montaggio le bombe atomiche, prevedendo di lanciarne una ogni settimana fino alla resa del nemico.
La seconda era già pronta per il giorno seguente.

Harry Truman, 33° presidente degli Stati Uniti

Il mondo sappia che la prima bomba atomica è stata sganciata su Hiroshima, una base militare. Abbiamo vinto la gara per la scoperta dell’atomica contro i tedeschi. L’abbiamo usata per abbreviare l’agonia della guerra, per risparmiare la vita di migliaia e migliaia di giovani americani, e continueremo a usarla sino alla completa distruzione del potenziale bellico giapponese.

 

Di nuovo, il 9 agosto

Fat Man, questo il nome del secondo ordigno nucleare, era una bomba al plutonio 4 volte più potente di Little Boy. Fu caricata su un B29 la mattina del 9 agosto 1945. Le vicende del secondo bombardamento furono tanto complicate da sfociare nell’inverosimile.

  1. Due ore prima della partenza un meccanico informò l’equipaggio che c’era un problema: la pompa della benzina di riserva non funzionava. Vale a dire che non ci sarebbe stato abbastanza carburante per tornare indietro. Alla fine si decise di decollare comunque, programmando una tappa al ritorno per far rifornimento.
  2. Il B29 con la bomba già innescata e pronta ad esplodere partì, e subito dovette attraversare una tempesta sopra il Pacifico. I venti forti allontanarono uno dei due aerei che accompagnavano quello principale, cosicché si volò per del tempo in cerchio, aspettandolo e consumando benzina. Sulla bomba si accese anche una spia rossa: dei cavi erano stati collegati male. Tre dell’equipaggio si precipitarono a lavorare sui circuiti. Il problema fu risolto.
  3. L’obiettivo principale della missione era Kokura, Nagasaki non era nient’altro che il piano B.
    Quel giorno però i due aerei di ricognizione inviati a controllare le condizioni atmosferiche riferirono che c’era vento forte su Kokura e nebbia su Nagasaki. Si diressero comunque sopra Kokura ma, quando già l’equipaggio aveva indossato gli occhiali protettivi e stava per sganciare, le nuvole coprirono la visuale. La scarsità di carburante non diede molto tempo per pensare e il comandante della missione decise di ripiegare su Nagasaki.
    In quel momento le nuvole salvarono una città, condannandone un’altra.
  4. Alle 10:53 le sirene della città diedero l’allarme ma il B29 era già lì. La bomba fu sganciata e scoppiò dopo 52 secondi a 450m dal suolo. Erano le 11:02. 

    Fat Man
  5. Nagasaki era una città che si sviluppava lungo 2 valli, intorno colline e montagne. Per via della sua configurazione morfologica ci furono cinque onde d’urto. La bomba cadde tra le acciaierie della Mitsubishi e alcune fabbriche d’armi. Certo, una zona meno popolosa del centro di Hiroshima, ma in 6-7km² morirono comunque 74.000 persone.
  6. Il B29 atterrò ad Okinawa per fare rifornimento prima di far rientro negli Stati Uniti. Gli erano rimasti soltanto 26 litri di carburante, che per un aereo militare non sono di sicuro tanti.

 

Hiroito proclama la resa

Il 15 agosto per la prima volta i giapponesi sentirono alla radio la voce del loro imperatore: Hiroito proclamava la resa. Alle 15:00 cessarono tutte le attività belliche.

Mai fino ad allora il Giappone aveva dovuto piegarsi ad una potenza straniera. Per moltissimi fu motivo di vergogna e disonore. Da quel giorno l’imperatore diventò una persona “normale” e non più discendente degli dèi ed il Sol Levante fu costretto a smantellare il proprio esercito.

 

Oggi

I nomi delle vittime di Hiroshima sono riportati nel Mausoleo della Pace che sorge nella nuova città. Tutto è stato ricostruito ed oggi Hiroshima è tornata ad essere un luogo pieno di vita. La Camera di Commercio della Regione, uno dei pochi edifici che resistette, fu lasciata com’era ed oggi rappresenta un monito all’umanità tutelato dall’UNESCO.

Perché non si dimentichi nemmeno per un attimo fino a dove può spingersi la follia devastante dell’uomo.

Gli effetti delle radiazioni si fanno ancora sentire. La gente si ammala di cancro e i bambini nascono con disturbi mentali, anche se ormai meno di frequente.

Nessuno sa quando mai tutto questo finirà.