Una delle più tradizionali festività giapponesi è lo Shunbun no Hi (equinozio di primavera) racchiuso in un periodo di sette giorni chiamato Haru no Higan  { 春の彼岸 }.

Il termine /higan/ significa “altra sponda” ed ha un doppio significato: indica il passaggio da una stagione all’altra ma anche il periodo del risveglio, il passaggio da uno stato di quiete, riposo e metaforicamente ignoranza, a uno stato di illuminazione, di realizzazione completa della meraviglia e della bellezza.

Haru no Higan si può tradurre quindi come ❝ l’altro lato della primavera ❞. Primavera che nel Sol Levante non è solo il risvegliarsi della natura, ma l’inizio di tutto (prende il via la scuola, l’anno fiscale, il lavoro).
E quando tutto sta per ricominciare, ha senso anche fermarsi un attimo a ricordare chi non c’è più, pregando gli antenati affinché concedano protezione e fortuna per l’anno che verrà.

Gemme e fiori iniziano a sbocciare, le ore di luce aumentano, il sole trasmette un timido tepore.
La terra pian piano si sta risvegliando, e in Giappone si approfitta dei giorni che ruotano attorno all’equinozio di primavera per fermarsi ad ammirare la bellezza e le sfumature della natura.

Durante tutta la settimana che racchiude l’equinozio  si tengono celebrazioni in onore della primavera e della rinascita, ma il fulcro di queste giornate è proprio l’equinozio, Shunbun no Hi { 春分の日 }, istituito come festa nazionale nel 1948.

L’origine di questa festa è sconosciuta ma pare che risalga al VII secolo e sia stata ideata da un imperatore. Quasi certamente la sua origine rappresenta la fusione di due tradizioni: una religiosa ed una agricola.

  • La prima è legata alla sfera religiosa buddista: durante la settimana dell’equinozio molti templi svolgono particolari servizi religiosi e cerimonie per commemorare e omaggiare le anime dei defunti. Le preghiere hanno la funzione di consolare gli spiriti degli antenati ed al contempo di invocarne la protezione.
  • La seconda origine è la celebrazione del cambio di stagione, tipica ricorrenza di una società agricola: nei giorni successivi all’equinozio iniziano gradualmente ad aumentare le ore di luce a discapito di quelle notturne ed il clima risulta sempre più mite e soleggiato, e per questo propizio alla coltivazione della terra.

Lo Shunbun No Hi quindi è un giorno importante non solo perchè segna la fine dell’inverno e l’inizio della colorata primavera, ma anche perchè occasione di pensare ai propri defunti.

 

Cosa si fa durante il Shunbun no Hi?

Questo giorno in cui si dà il benvenuto alla nuova stagione, viene dedicato soprattutto al ricordo dei defunti. Studenti e lavoratori tornano alle loro città natali per riunirsi coi parenti e ricordare insieme i famigliari che sono venuti a mancare. Visiteranno i cimiteri, dove pregheranno affinché gli antenati concedano loro protezione e fortuna.
Il rispetto per i defunti oltre che spiritualmente lo si ritrova nei gesti e nei riti dedicati alle sepolture, le quali vengono prima ripulite dalle erbacce e purificate con l’acqua, poi adornate da fiori ed incensi per rallegrare le anime degli antenati.

 

I dolci dello Shunbun no Hi

Il dolce che si mangia durante lo Shunbun no Hi è lo stesso che si mangia anche durante l’equinozio d’autunno: si tratta di un mochi avvolto in pasta di fagioli rossi Azuki. Quello primaverile prende il nome di Botamochi { ぼたもち } da /botan/ (peonia, pianta che fiorisce appunto in primavera) e quello autunnale di Ohagi { おはぎ }, da /hagi/ (lespedeza, fiore autunnale).
Se parliamo dello stesso wagashi, perchè si usano due nomi diversi? Ebbene i due dolcetti hanno una differenza, seppur minima.

Partiamo dall’autunno, stagione in cui i fagioli Azuki maturano e vengono raccolti. Per preparare la pasta si utilizza il fagiolo intero, e ne deriva un delizioso ohagi (∩❛ڡ❛∩)

Una volta arrivati in primavera invece, i fagioli si saranno seccati. E’ possibile quindi separarli dalla pelle per creare una pasta liscia-liscia. Ecco un botamochi! (*´ڡ`●)

Insomma, gli ingredienti e il procedimento sono gli stessi, il gusto pure, cambia soltanto la consistenza della pasta in bocca ٩(*ゝڡ◕๑)۶♡

Di questi dolcetti, che vengono portati come offerta ai defunti oppure mangiati in compagnia di amici e parenti, ci sono poi le varianti.

Goma Ohagi: gli ohagi/botamochi vengono fatti rotolare nei semini di sesamo, così da prendere un gusto bello potente (ノ≧ڡ≦)

 

Kinako Ohagi: questo tipo è invece ricoperto di farina di soia tostata. Ha un gusto molto più gentile e delicato (๑╹ڡ╹)

 

Kurumi Ohagi: per finire, ecco dei mochi avvolti in farina di noce e zucchero! Sicuramente la variante con il gusto più moderno tra i tre ୧〳 ” • ڡ • ” 〵୨

 

 

Curiosità 

  • Un altro Higan simile a questo è l’Aki no Higan { 秋のお彼岸 } durante il quale si festeggia l’equinozio d’Autunno, Shuubun no Hi { 秋分の日 }
  • Il Giappone celebra l’inizio della primavera non solo con l’Haru no Higan, ma anche con il giorno dei sakura e l’Hanami. Insomma, questa stagione dai toni pastello piace tanto (๑°꒵°๑)・*♡
  • E la primavera italiana? Anche la nostra merita attenzione per la sua bellezza. In questi 6 post potete scoprire quali sono i fiori che tingono le nostre prime giornate primaverili (◖̑◡◖̑)❀∗
  • Perchè l’equinozio di primavera non cade ogni anno lo stesso giorno? Te lo spiega il GattoneCiccione!

 

Crediti:

May stardus lead you ~