L’istituzione imperiale giapponese è la più antica e longeva monarchia ereditaria esistente.
L’attuale imperatore Naruhito, salito al trono il primo maggio 2019 dopo l’abdicazione del padre, è il 126° sovrano riconosciuto del paese, attualmente l’unico imperatore in carica al mondo.

In questo articolo vediamo insieme cosa significava e cosa significa far parte della famiglia più importante del Sol Levante.

 

Le origini

La leggenda vuole che il primo imperatore giapponese Jinmu (la cui ascesa al potere è datata 11 febbraio 660a.C.) fosse il pronipote della dèa del sole Amaterasu, una delle principali divinità scintoiste. Per questo motivo lui e tutti i suoi discendenti sono sempre stati considerati delle divinità.
Sottolineo che parlando di tempi così antichi, non si può essere certi della purezza dell’iniziale dinastia. La famiglia imperiale ha mantenuto però una discendenza continua a partire dall’imperatore Keitai, che salì al trono nel 507; ciò significa che la dinastia sta comunque continuando da almeno 1500 anni.

Nel periodo Kofun (250-538) i clan dell’antica provincia di Yamato (oggi prefettura di Nara) conquistarono le isole di Honshū, Kyūshū e Shikoku. A seguito di tali conquiste, ai sovrani di Yamato fu riconosciuto il titolo di “grande re”. Fu solo a partire dal VII secolo che il “grande regno” venne chiamato impero, ed il titolo di imperatore fu esteso a tutti i sovrani precedenti della dinastia.
In quel periodo era facile governare effettivamente lo stato dall’ombra, bastava che le proprie idee fossero simili a quelle dell’imperatore.

LE PAROLE CHIAVE DELLA SUCCESSIONE:

  1. L’adozione era possibile ed era molto usata per aumentare il numero di eredi candidati al trono (il bambino adottato doveva però far parte della casa imperiale).
  2. Si ricorreva spesso all’abdicazione, tant’è che si contano più casi di abdicazione che di morte sul trono. Questo perché in passato il compito dell’imperatore era prettamente religioso, e comportava talmente tanti rituali ripetitivi che era normale che dopo circa dieci anni di permanenza in carica, il sovrano meritasse di ritirarsi con tutti gli onori riservati agli ex-imperatori.
  3. L’età di sei/otto anni era considerata sufficiente per salire al trono, il nuovo imperatore doveva sapere almeno camminare. La tenera età portava dei vantaggi: il bambino sopportava con più facilità i noiosi doveri e tollerava senza saperlo la subordinazione ai potentati politici. Molti imperatori abdicavano e si ritiravano quando erano ancora adolescenti, alcuni continuavano ad esercitare la loro influenza dietro le quinte.
  4. La primogenitura non fu usata soprattutto alle origini della dinastia, quando veniva praticato un sistema di successione più simile alla rotazione. Molto spesso un fratello (o una sorella) succedeva all’imperatore anche se questi aveva avuto figli. Il “turno” della generazione successiva veniva dopo che si erano succeduti diversi membri della generazione precedente.

L’epoca dello Shogunato

Tra il 530 e il 1867 il potere militare passò nelle mani degli shogun (signori della guerra), che ricevevano (in teoria) la loro autorità dall’imperatore. Quest’ultimo diventò quindi più un capo religioso che un autentico regnante.

Quando i primi esploratori Portoghesi entrarono in contatto col Giappone nel XVI secolo, descrissero la situazione locale facendo dei paragoni con quella europea:
il ruolo dell’imperatore, il cui potere era soprattutto religioso, con grande autorità simbolica ma poco potere politico, venne messo in analogia con quello del Papa; lo shogun invece, poiché possedeva il potere amministrativo, militare ed effettivo, venne paragonato a quello dei sovrani europei.

Il rinnovamento Meiji

Facendo leva sullo spirito conservatore dei giapponesi, durante l’epoca Meiji l’imperatore Komei riuscì a riacquistare il proprio potere!
Successe che nella seconda metà dell’800 la nave del Commodoro Matthew C. Perry visitò la città di Edo, l’odierna Tokyo. Komei riuscì ad affermarsi contro lo Shogunato proprio perché quest’ultimo non era riuscito ad espellere gli intrusi, suscitando le ire dei nobili. I clan contrari allo shogun e i rōnin si unirono nello slogan “sonno, joi”, ossia “rispetto per l’imperatore, espellete i barbari”.

Il crisantemo dorato è l’emblema e simbolo dell’imperatore perchè, per i suoi numerosi petali, viene paragonato al sole. Dato che in Giappone l’imperatore era considerato discendente della dèa del sole, l’accostamento è perfetto, non vi pare?

Nel 1868 fu dichiarata la “restaurazione imperiale”, e lo Shogunato fu spogliato di tutti i suoi poteri. Il sovrano e la sua famiglia ripresero il ruolo di effettiva guida politica del paese che avevano perso da 1.300 anni.

La nuova Costituzione

Il ministro degli esteri giapponese Mamoru Shigemitsu firma l’Atto di resa giapponese mentre il generale Richard K. Sutherland osserva, 2 settembre 1945.

La sconfitta del Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale pose fine di nuovo al potere dell’imperatore: gli americani lo costrinsero ad ammettere di non essere una divinità.
Nel gennaio del 1946 l’imperatore Hiroito pronunciò via radio alla nazione la Dichiarazione della natura umana dell’imperatore /Tennō no ningen sengen/ { 天皇の人間宣言 }, con cui dichiarava formalmente di non essere di natura divina. Il discorso non venne però completamente compreso dal popolo giapponese a causa del registro linguistico molto formale usato dal sovrano, pertanto all’epoca non fu del tutto chiara la portata epocale di questo cambiamento.
In sostanza da quel momento la superiorità dei giapponesi nei confronti delle altre nazioni, basata sulla discendenza divina, cessò di esistere. L’Imperatore che fino a quel momento era espressione diretta di una divinità, Capo di Stato e Capo delle Forze Armate, diventò un semplice simbolo completamente privato di tutti i poteri, con l’obbligo sancito nella Costituzione di non poter interferire in nessun modo nella vita politica, sociale ed economica del Paese.

Fu poi stilata una nuova costituzione, in base alle richieste dei vincitori (Churchill, Truman, Stalin).
Il ruolo dell’Imperatore è definito nel Capitolo I della Costituzione del Giappone del 1947:

  • L’ARTICOLO 1 definisce l’imperatore “il simbolo dello stato e dell’unità del suo popolo“;
  • L’ARTICOLO 3 richiede l’assenso del Gabinetto per tutti gli atti dell’imperatore nelle questioni di stato;
  • L’ARTICOLO 4 afferma che l’imperatore non deve avere poteri relativi al governo;
  • L’ARTICOLO 6 dà all’imperatore il potere di nominare il primo ministro ed il giudice-capo della Corte suprema, secondo la volontà della Dieta e del Gabinetto;
  • L’ARTICOLO 7 dà all’imperatore il potere di svolgere varie funzioni ministeriali tipiche per un capo di Stato, soggette alla proposta e all’approvazione del Gabinetto;
  • l’imperatore del Giappone non ha i poteri generalmente affidati ai capi di Stato (ad esempio il potere di veto).

Nella pratica, l’imperatore non è altro che un attore politico. Nonostante ciò, svolge tutte le funzioni diplomatiche normalmente riservate ai capi di Stato e come tale è riconosciuto dagli altri stati.


Il matrimonio e la successione

Nel corso della storia, contrariamente alla pratica che permetteva il mantenimento di numerose concubine, gli imperatori e i nobili giapponesi hanno sempre riconosciuto una moglie principale.

I sovrani maschi della dinastia imperiale giapponese hanno praticato ufficialmente la poliginia fino alla fine del periodo Taishō (1912-1926): oltre all’imperatrice consorte, l’imperatore poteva prendere, e quasi sempre lo ha fatto, altre mogli di grado inferiore e diverse concubine. Anche agli altri membri della dinastia era permesso avere delle concubine. Grazie alla poliginia, la famiglia imperiale fu in grado di dar continuazione alla discendenza (i figli delle consorti secondarie erano riconosciuti come principi imperiali e avevano diritto al trono se l’imperatrice consorte non riusciva a dar alla luce un erede).

La più antica tradizione riguardante i matrimoni ufficiali all’interno della dinastia imperiale fu quella dei matrimoni tra membri della dinastia stessa, anche tra fratelli di sangue o tra zio e nipote. Questo tipo di matrimonio era necessario per preservare il sangue imperiale ed era incoraggiato come simbolo di riconciliazione tra due rami della famiglia imperiale.

Successivamente i sovrani giapponesi cominciarono a sigillare alleanze con signori potenti tramite il matrimonio.
A partire dal VII secolo gli imperatori iniziarono a prendere come mogli le donne del clan Fujiwara per riunire due eredi di due divinità dello shintoismo: gli imperatori, discendenti dalla dea del sole Amaterasu, e le donne del clan Fujiwara, il cui progenitore fu uno dei Kami che aiutarono Amaterasu.
Generare l’erede al trono portava vantaggi ai Fujiwara, che ottennero il diritto di essere la famiglia su cui cadeva la prima scelta nella ricerca della moglie dell’imperatore. Oltre a loro pochissime altre famiglie potevano proporsi.
Dopo un paio di secoli gli imperatori non poterono più prendere moglie al di fuori di queste specifiche famiglie, anche se non c’erano più le esigenze (potere, ricchezza, alleanze) che avevano stabilito questa pratica. Gli espedienti originali erano diventati una stretta tradizione che non badava alle necessità correnti.
Dal momento che la legge fu abolita nel secondo dopoguerra, l’imperatore emerito Akihito è divenuto il primo principe da oltre mille anni a non avere per moglie un’appartenente alla precedente cerchia di famiglie.

Akihito, nel giorno del suo matrimonio con Michiko, la donna di cui si innamorò sebbene non fosse nobile. Seduti ai lati degli sposi ci sono il padre (l’imperatore Showa) e la madre (imperatrice Kōjun, una lontana cugina del marito).

 

Le donne

Le donne potevano succedere. Le figlie e nipoti (della linea maschile della Casa Imperiale) salivano al trono come misura di emergenza. Quasi tutte le imperatrici giapponesi abdicavano una volta che un maschio adatto veniva considerato abbastanza vecchio per governare. Addirittura, delle otto donne imperatrici, nessuna si sposò o ebbe un figlio dopo l’ascesa al trono.

La Costituzione Meiji del 1889 escluse specificatamente le discendenti femmine dalla successione. Nel caso della completa estinzione del ramo principale, il trono sarebbe passato al più vicino ramo collaterale, sempre nella linea maschile. Se l’imperatrice non aveva figli, l’imperatore poteva prendere una concubina, il cui figlio sarebbe stato riconosciuto erede al trono.

La Costituzione promulgata nel 1947 sotto l’influenza dell’occupazione americana mantenne l’esclusione della successione femminile.
Nell’intento di controllare l’ampiezza della famiglia imperiale, la legge stabilisce che solo i discendenti maschi legittimi nella linea maschile possono essere considerati pretendenti al trono; che le principesse perdono il loro status di membri della Famiglia Imperiale se si sposano fuori dalla Famiglia Imperiale; che gli imperatori e gli altri membri della Famiglia Imperiale
non possono adottare
bambini.

Le due ex-principesse Noriko Senge (a sinistra) e Ayako Moriya (a destra) nel giorno del loro matrimonio. Entrambe hanno sposato un uomo non nobile, perdendo quindi il loro status. Sono figlie del cugino Norihito (morto nel 2002) dell’imperatore emerito Akihito.

Curiosità!

  • Ci sono due parole giapponesi equivalenti alla parola italiana “imperatore”: tennō { 天皇 }  è usata per riferirsi all’imperatore del Giappone, kōtei { 皇帝 } è usata per riferirsi agli imperatori stranieri.
  • Tennō significa “sovrano celeste”. Questo termine venne adottato per la prima volta nel VII secolo, ma era già in uso nel paese prima di tale adozione, e veniva usato per definire i Quattro Re Celesti { 四天王 } /Shitennō/, i leggendari guardiani del mondo nella tradizione induista e buddhista.
  • L’attuale titolo imperiale fu introdotto per il regno dell’imperatore Temmu (672-686). Fino ad allora i sovrani avevano regnato con il titolo di “grande re che governa tutto quanto sta sotto il cielo“, oppure anche “grande re di Yamato“.
  • E’ scortese chiamare una persona di rango imperiale con il suo nome proprio. Per riferirsi all’imperatore attuale si usa quindi l’appellativo Tennō Heika (ossia “sua maestà l’imperatore”), mentre dopo la morte gli imperatori vengono denominati [periodo (vedi punto seguente)]+tennō, esempio Showa Tennō (che in italiano sarebbe l’imperatore Hiroito).
  • in Giappone si contano gli anni così come nel resto del mondo, pertanto anche per loro adesso siamo nel 2019. E’ in uso però anche un altro sistema che fonda il conteggio degli anni in base al regno dell’imperatore. Ogni “periodo” ha un proprio nome e questo viene scelto dal nuovo sovrano. Ora siamo nel primo anno del periodo Reiwa { 令和 } ossia nel primo anno di regno dell’attuale imperatore Naruhito. Prima di lui il padre ha regnato nel periodo Heisei { 平成 }, il nonno Hirohito nel periodo Showa { 昭和 } (il periodo più lungo nella storia dell’Istituzione Imperiale che va dal 1926 al 1989), e il bis-nonno nel periodo Taisho { 大正 } (dal 1912 al 1926).

 

La moderna famiglia imperiale giapponese

Oggi l’Imperatore e tutti i membri della Famiglia Imperiale NON hanno un proprio stato di famiglia (koseki), non hanno documenti e non hanno un cognome. Se viaggiano fuori dal Giappone esibiscono ai controlli di frontiera una pergamena che ne accerta l’identità.
Non possono votare, né esprimere opinioni in campo politico o economico.
Non hanno carte di credito o conti correnti intestati, in realtà non hanno proprio possedimento alcuno (perché è tutto dello stato).

Vi sembra strano? No, perché il bello deve ancora arrivare (*・~・*)

L’agenzia per la Casa Imperiale

Esiste un’istituzione che vigila sulla famiglia imperiale e che sovraintende ad ogni aspetto pubblico e privato di ogni membro della famiglia: si tratta della Kunaichou { 宮内庁 }.
Questa agenzia, che conta circa 1200 dipendenti, oltre a gestire la vita di tutti i membri amministra il budget annuo necessario a coprire le spese di gestione di tutto l’apparato, la manutenzione delle proprietà e le spese dei singoli nobili. Organizza visite di stato ed eventi, è responsabile circa la salute, la sicurezza e i viaggi della famiglia imperiale. L’agenzia è composta da funzionari, guardie, autisti, orchestra, sarti, contadini… perfino cuochi e giardinieri ne fanno parte, quindi l’imperatore non può scegliere da sé cosa mangiare o che fiore piantare lungo il vialetto. Addirittura, la famiglia imperiale non può nemmeno uscire di casa per una passeggiata senza un permesso presentato per tempo all’agenzia, che ha fama di essere molto severa e poco trasparente.

Al comando di questa istituzione c’è di solito un ex militare o un poliziotto d’alto rango, che vi si dedica dopo la carriera nelle forze armate. Lavorare nella Kunaichou è dal punto di vista sociale un grande privilegio: molti vi prestano servizio permanente senza pretendere lo stipendio.

Curiosità!

  • L’Impero, che consta di 19 residenze e comprende, oltre alla famiglia imperiale, fratelli, zii e cugini dell’ex-imperatore, costa ai contribuenti giapponesi 222 milioni di euro…. dieci milioni meno del Quirinale ɿ(。・ɜ・)ɾⓌⓗⓐⓣ?
  • Alle donne della famiglia imperiale, quando raggiungono la maggiore età (20 anni) viene donata una tiara, disegnata appositamente per loro. La tiara è di solito abbinata ad una collana ed un paio di orecchini. Per quanto belle esse siano, se le ragazze si dovessero sposare con un uomo comune, la tiara tornerebbe alla Famiglia Imperiale.
    La tiara viene donata anche alle donne che entrano a far parte della famiglia tramite il matrimonio.
    Alcune poi possono essere indossate soltanto dall’imperatrice consorte.
    In questo articolo trovate tutte le tiare della nobiltà giapponese

 

L’attuale famiglia imperiale

Attualmente la Famiglia Imperiale è composta da: l’Imperatore emerito Akihito e l’Imperatrice consorte emerita Michiko, l’imperatore Naruhito, sua moglie l’imperatrice consorte Masako e la loro figlia Aiko. Ci sono poi il secondogenito Principe Fumihito e la moglie, la Principessa Kiko, con i loro figli: la Principessa Mako, la Principessa Kako ed il Principe Hisaito.

Imperatore emerito Akihito
Imperatrice consorte emerita Michiko
Imperatore Naruhito
Imperatrice consorte Masako
Principessa Toshi
Principe Akishino
Principessa Akishino
Principessa Mako di Akishino
Principessa Kako di Akishino
Principe Hisahito di Akishino

 


IMPERATORE EMERITO AKIHITO

La sua era porta il nome di Heisei { 平成 }, ossia “pace ovunque”. E’ iniziata nel 1989 alla morte del padre Hiroito (l’imperatore Showa) e finita il 30 aprile 2019 quando ha lasciato il trono al figlio Naruhito.

Akihito è stato il primo imperatore ad abdicare nel Giappone moderno, non succedeva da 200 anni a causa di una legge della restaurazione Meiji che non prevedeva una fine al mandato dell’imperatore. L’ultimo allontanamento volontario dal trono si era avuto solo nel 1817.
Già nel 2016 Akihito aveva fatto un discorso alla nazione in cui lasciava intendere la sua volontà di abdicare. Non lo disse espressamente, ma il succo del discorso fu “sono vecchio e stanco, lasciatemi libero”:

“Avendo superato gli 80 anni di età, nonostante le mie condizioni di salute siano buone, sono preoccupato di non essere più in grado di adempiere alle mie funzioni di leader simbolico come ho fatto per tanto tempo.”

L’imperatore emerito Akihito molto, molto giovane XD

L’80% del popolo giapponese era d’accordo con la sua scelta, ma ci sono voluti comunque 3 anni per riformare la legge che lo voleva in carica a vita. L’impulso a questa modifica è stato proprio il suo degrado di salute e l’età avanzata.

L’imperatore emerito Akihito è molto ammirato per il modo in cui ha rinnovato la figura dell’imperatore: ha lavorato instancabilmente per la riconciliazione nazionale, guadagnandosi stima e affetto in patria e all’estero. Amatissimo dai giapponesi, con livelli di consenso superiori a quelli di qualsiasi politico, è sempre stato all’altezza delle sfide di un Paese che durante l’era Heisei ha conosciuto stagnazione economica, crisi di identità e terribili disastri naturali (ad esempio il terremoto del 2011).

Amante dell’ambiente, dello sport e scienziato, inizia ogni giornata con una passeggiata per ammirare le piante ed ascoltare il canto degli uccellini. Ora, finalmente in pensione, potrà magari tornare ad occuparsi di ittiologia (la sua passione), e scrivere il 39° trattato scientifico sui pesci della famiglia Gobiidae.

Si è sposato nel 1959 con Michiko Shoda. Da allora i due sono inseparabili, tanto che trovare una fotografia che ritragga lui da solo è veramente difficile (ღ ・ิ◡・ิ)ε ・ิ ღ)

 


IMPERATRICE CONSORTE EMERITA MICHIKO

L’imperatrice consorte emerita Michiko, nata Michiko Shōda, è la moglie dell’ex-imperatore Akihito.

I due si incontrarono durante una partita di tennis nell’estate del 1957, in un resort a Karuizawa – una popolare meta turistica nella prefettura di Nagano. Michiko era la figlia maggiore di Hidesaburo Shoda, presidente della Nisshin Seifun – un’enorme azienda di prodotti alimentari giapponese. Venne acconsentito il fidanzamento il 27 novembre 1958.
Il fatto che non fosse un’aristocratica, ma la prima donna senza sangue blu a fidanzarsi con un erede al trono, portò i giapponesi ad amarla sin da subito.

Michiko vanta diversi primati:

  • Fu la prima cittadina comune a sposare un membro della famiglia imperiale del Giappone
  • E’ la consorte imperiale che ha viaggiato maggiormente nella storia giapponese
  • Michiko proviene da una famiglia cattolica ed è quindi la prima cristiana a sposare il più alto esponente della religione shintoista, appunto l’imperatore
  • La tradizione voleva che i figli degli imperatori, dopo i 3 anni, fossero separati dai genitori ed istruiti da funzionari e dame di corte in un altro palazzo. Michiko e Akihito furono i primi a decidere di allevare da sé i propri figli.

La giovane Michiko era bellissima, era ricca, ed era colta.

Michiko si è laureata all’Università del Sacro cuore di Tokyo in letteratura. Parla inglese. La sua passione è il violino, ma sa suonare anche il pianoforte.

Nonostante le rigide regole di etichetta imposte dalla Kunaichou e la sofferenza più volte espressa da Michiko, da imperatrice ha sempre rispettato ruolo e impegni, in silenzio, tre passi dietro il marito. E’ anche per questo che la moglie di suo figlio Naruhito, la “principessa triste” Masako, non è stata vista di buon occhio da tanti giapponesi. Chissà se riuscirà a farsi voler bene tanto quanto la splendida Michiko!

 

NB: Akihito e Michiko hanno avuto due figli e una figlia: Sayako, ex-principessa Nori. Sayako ha sposato nel 2005 Yoshiki Kuroda, un designer di famiglia borghese amico di lunga data del Principe Akishino. Dopo il matrimonio, come richiesto dalla legge, la principessa ha dovuto abbandonare la dinastia imperiale perdendo il titolo ma acquistando un cognome, quello del marito, che è diventato il primo non nobile a sposare una principessa imperiale. Non vi preoccupate: alle principesse che sposano un plebeo ( XD ) viene dato un “buono uscita” di centinaia di migliaia di euro. Non le lasciano morire di fame, no! xb
Ora Sayako Kuroda è
 Gran sacerdotessa del Santuario di Ise.

 


IMPERATORE NARUHITO

Naruhito è l’attuale imperatore, salito al trono del crisantemo a 59 anni il 1º maggio 2019 dopo l’abdicazione del padre Akihito. È il primo imperatore nato e cresciuto dopo la Guerra.

Naruhito in una foto di famiglia

È stato il primo giovane della famiglia imperiale a studiare in Inghilterra, alloggiando in dormitorio con gli altri studenti. Suona la viola e gli piacciono l’arrampicata e la montagna.
Scavalcando diversi ostacoli (vedi paragrafo imperatrice Masako) nel 1993 è riuscito finalmente a sposarsi con il suo colpo di fulmine Masako Owada. Dopo 8 anni di tentativi la coppia ha anche avuto una figlia: la coccolatissima principessa Aiko.

Ora che è diventato imperatore, Naruhito si è insediato al Palazzo imperiale, mentre Akihito e sua moglie sono andati a vivere nel Palazzo Togu, dove fino a poco prima aveva vissuto Naruhito. Insomma, padre e figlio si sono scambiati di domicilio XD

La cerimonia della sua ascesa si è svolta nella Sala del Pino nel palazzo imperiale. Nella prima parte, in cui per tradizione possono accedere solo maschi adulti della nobiltà e alti funzionari e governanti, a Naruhito sono stati consegnati spada, gioiello e specchio, simboli del potere dell’imperatore. Questa prima parte tradizionalmente off-limits per il gentil sesso, è stata vista per la prima volta nella storia da una donna: Satsuki Katayama, l’unico ministro donna del Giappone. Alla seconda parte invece hanno potuto partecipare anche le donne della famiglia imperiale, incluse moglie e figlia di Naruhito.

Con Naruhito è inziata una nuova era: l’era Reiwa { 令和 } (/rei/ significa “ordine” e /wa/ “armonia”).

 


IMPERATRICE CONSORTE MASAKO

L’imperatrice consorte Masako, nata Masako Owada, è figlia di un diplomatico giapponese. A causa del lavoro del padre, ha vissuto in Russia e negli Stati Uniti. Prima di sposare Naruhito si era laureata in economia ad Harvard ed aveva seguito le orme di suo padre nella diplomazia.

Masako e Naruhito si sono conosciuti mentre lei studiava a Tokyo, nel 1986, ad un thè in onore della duchessa di Lugo. Naruhito s’invaghì subito di lei, tanto da organizzare nelle settimane successive degli altri incontri più o meno casuali ((((@ノ´3`)ノ  ・・・Σ(゚д゚;;ノ
Il suo nome però fu tolto dalla lista delle possibili pretendenti a causa del nonno materno, Yutaka Egashira, responsabile di un terribile disastro ambientale: dal 1932 al 1968 la sua azienda Chisso fece defluire le acque di scarico direttamente nel mare della baia di Minamata (Prefettura di Kumamoto) provocando a tantissime persone avvelenamento da mercurio. Lei quindi volò ad Oxford per due anni.

In nome della sua promettente carriera nel ministero degli affari esteri giapponese, e restia a cedere la sua libertà ed indipendenza, Masako rifiutò due volte la proposta di matrimonio del principe (^_^ ;)ε ̄)
Lui ci riprovò di nuovo e finalmente, nel 1992, la convinse con un « Essere la principessa del Giappone sarebbe solo un altro modo per fare diplomazia ». Il matrimonio fu l’anno successivo ✧٩(•́⌄•́๑)و ✧

Sposandosi, Masako ha dovuto rinunciare al suo cognome, alla sua carriera e alle sue abitudini, e ha dovuto iniziare a sottostare al severo volere della Kunaichou. I primi viaggi li fece 9 anni dopo il matrimonio (Australia e Nuova Zelanda) e poi altri 11 anni dopo, nel 2013 in Olanda, per assistere all’incoronazione dell’amico Willem-Alexander. Lei, che era una cosmopolita.

Il soprannome principessa triste” inizia ad accompagnarla dal 2002: Masako esce sempre meno di casa e non si fa vedere. Nel 2004 le viene diagnosticata una forte depressione (anche se la Kunaichou parla di “difficoltà d’adattamento”) causata dallo stress della rigida vita da palazzo e dalle pressioni per generare un figlio maschio che non è mai arrivato. In questi anni, anche se il marito l’ha sempre difesa, l’opinione pubblica giapponese si è staccata molto da lei, in quanto non assolveva ai suoi doveri di rappresentante del popolo. Probabilmente, se avesse ancora avuto il suo passaporto, se la sarebbe svignata ┐( ˘_˘)┌
La principessa inizia a riprendersi nel 2014, anno in cui presenzia ad un banchetto di stato in onore della famiglia reale olandese in visita in Giappone. L’anno successivo partecipa al biennale Garden Party organizzato dall’imperatore e consorte, dopo circa 10 anni che non vi si presentava.
Oggi la situazione si è stabilizzata: anche se dice di non essere sicura di quanto potrà essere utile come imperatrice consorte, la sua intenzione è quella di fare del suo meglio.

 


AIKO, PRINCIPESSA TOSHI

Aiko, la principessa Toshi, è la figlia dell’imperatore Naruhito e di sua moglie Masako. I suoi interessi comprendono la calligrafia, lo scrivere poesie, suonare il piano e il violoncello.

A differenza della tradizione, che impone la scelta da parte dell’imperatore, il nome è stato indicato dai genitori. “Aiko” viene scritto con i kanji delle parole “amore” e “figlio” e significa quindi “figlia dell’amore”. Il suo titolo imperiale è Principessa Toshi { 敬宮愛子内親王 } /Toshi-no-miya Aiko Naishinnō/ che significa “persona che rispetta gli altri.”
I genitori si sono ispirati agli insegnamenti del filosofo cinese Mencio, in particolare alla frase

Una persona che rispetta gli altri sarà rispettata dagli altri e una persona che ama gli altri sarà amata dagli altri.

Il giorno del suo 4° compleanno, Aiko fa visita ai nonni insieme a mamma e papà. Arrivata al palazzo imperiale saluta dal finestrino i passanti insieme al suo coniglietto <3

La principessa ha avuto problemi di bullismo ed ansia fin dalle elementari: a 8 anni a causa dei compagni di classe maschi iniziò a soffrire di mal di stomaco ed attacchi di panico, quindi dopo qualche giorno di assenza da scuola si decise che avrebbe frequentato soltanto le prime ore e che sarebbe sempre stata accompagnata da membri dell’agenzia imperiale.
A 14 anni ha lasciato invece la scuola per più di un mese a causa dello stress.

 


FUMIHITO, PRINCIPE AKISHINO

Il principe Akishino e la moglie Kiko

Il principe Fumihito è il secondogenito dell’imperatore emerito Akihito e sua moglie Michiko. Ora che suo fratello è salito al trono è diventato il primo nella linea di successione.
Al momento del suo matrimonio ha assunto il titolo di principe Akishino.

Ha studiato legge e biologia. Dopo la laurea in scienze politiche per due anni si è dedicato alla tassonomia dei pesci al St.John’s College di Oxford (una passione che condivide col padre e il nonno).
Nel 1996 ha ricevuto un dottorato di ricerca in ornitologia.
E’ un grande fan dei Beatles e un accanito giocatore di tennis, tra i suoi hobby spunta anche la calligrafia.

Il 29 giugno 1990, il principe ha sposato Kiko Kawashima, conosciuta quando erano entrambi studenti all’accademia Gakushūin.

 


KIKO, PRINCIPESSA AKISHINO

La principessa Akishino, nata Kiko Kawashima, è la moglie del Principe Akishino.

Kiko in una fotografia che commemora i festeggiamenti per il suo 20 anno di età!

Parla fluentemente giapponese, inglese e tedesco grazie al lavoro del padre, che l’ha portata a vivere prima a Philadelphia e poi a Vienna. Conosce anche il linguaggio dei segni ed è molto attiva nelle associazioni a favore dei non udenti.

Il suo matrimonio con il principe è stato innovativo poiché è la prima persona davvero comune a sposare un membro della famiglia imperiale (Michiko proveniva da una famiglia decisamente benestante, Masako è figlia di un diplomatico). In più Fumihito si è sposato prima di Naruhito, sebbene fosse il fratello più giovane ヾ(≧∇≦*)ゝ

Il principe le si è dichiarato nel 1986 ma tra l’iniziale opposizione dell’agenzia e l’anno di lutto per la morte dell’imperatore Showa (il nonno), sono riusciti a sposarsi soltanto nel 1990. Hanno avuto tre figli: Mako, Kako ed il piccolo Hisaito.

 


MAKO DI AKISHINO

Mako di Akishino è la figlia maggiore dei principi di Akishino.

Si è laureata in arte e beni culturali a Tokyo. Mentre studiava ha ottenuto la certificazione nazionale di curatore d’arte e la patente di guida (cosa non comunissima in Giappone, soprattutto nella famiglia imperiale piena di autisti!). Ha studiato poi un anno in incognito all’università di Leicester, Inghilterra, ottenendo un master in studi museali. Solo una volta terminati gli studi sono state rivelate le sue origini tramite conferenza stampa – chissà cosa hanno pensato i suoi compagni (രᴗര๑)

Conosce il linguaggio dei segni e come sua madre si interessa alla comunità dei non udenti. E’ conosciuta come una persona genuina e di buon cuore. Ha aiutato come volontaria, e senza rivelare la propria identità, i colpiti dallo tsunami del 2011.

Mako di Akishino e il fidanzato Kei Komuro. Bellini, eh?

Nel 2017 si è fidanzata con Kei Komuro, un ragazzo non nobile conosciuto mentre studiava. Il matrimonio, inizialmente programmato per il 2018, è stato posticipato al 2020. In quell’occasione Mako si era scusata per “l’immaturità dimostrata nel voler affrettare la decisione” confessando di “aver bisogno di più tempo per pensare al matrimonio in modo più approfondito”.
In realtà sembra che il problema derivi dalla futura suocera: la signora dovrebbe aver preso in prestito del denaro dall’ex marito, per finanziare gli studi del figlio. Quel denaro che non è mai stato restituito, rappresenterebbe un motivo di vergogna per la famiglia imperiale. A quanto pare i principi di Akishino hanno dato un ultimatum alla madre di Kei: o risolve i problemi economici o le nozze saranno annullate.

Riuscirà la principessa a sposare l’amore della sua vita? Speriamo di sì, visto il fatto che è pronta a rinunciare a tutti i suoi privilegi! (ノ)・´ω・(ヾ)

 


KAKO DI AKISHINO

La principessa Kako è la secondogenita dei principi di Akishino.

Piace molto ai giapponesi per il suo adorabile sorriso (kawaii!!) e il suo modo di vestire femminile, alla moda e sofisticato.

Durante le elementari ha praticato pattinaggio artistico. Ha una forte volontà ed è ambiziosa.

Dopo le superiori ha trascorso qualche tempo a Dublino per studiare inglese.
Ha poi iniziato la sua vita di studentessa universitaria dimostrando interesse nelle materie di psicologia ed arte. Ha studiato a Tokyo e, per un anno, a Leeds (Regno Unito). Ha completato gli studi l’anno scorso.

Da quando è diventata maggiorenne ha iniziato a portare avanti gli incarichi di corte, rappresentando il Giappone in varie occasioni. Ha annunciato di voler dedicarsi a tempo pieno a questi incarichi ufficiali.

 


HISAITO DI AKISHINO

Hisaito di Akishino è il figlio più piccolo dei principi di Akishino. E’ il primo maschio a nascere nella famiglia imperiale dopo suo padre, e quindi in 41 anni. E’ il secondo in successione per il trono.

Il suo nome significa “virtuoso, calmo, sereno” ed è stato scelto dal padre.

Ha finito da poco le elementari. E’ il primo membro della Casa Imperiale del Giappone ad essere istruito presso una scuola diversa dalla Gakushūin (questa accademia fu fondate nel 1847 dall’imperatore Ninko per educare i bambini dell’aristocrazia imperiale). I genitori lo hanno indirizzato verso una scuola normale affinché trovasse gli amici della scuola materna, ma probabilmente anche per alleggerire il peso del suo ruolo di futuro imperatore, che alla Gakushūin gli sarebbe stato ricordato continuamente.

Hisaito con le sorelle

 

Principessa Hisako Takamado

Un’altra personalità che vale la pena di ricordare, sebbene non faccia parte dei parenti più stretti, è la principessa Hisako Takamado, nata Hisako Tottori, che ha sposato Norihito, cugino dell’ex-imperatore Akihito.

Hisako Tottori è nata a Tokyo il 10 luglio 1953. Ha accompagnato il padre in Inghilterra, dove è stato trasferito per lavoro e, ancora bambina, ha imparato bene la lingua inglese. Una volta adulta si è laureata al Girton College dell’Università di Cambridge in antropologia e archeologia. Ha conosciuto il principe Norihito ad un ricevimento offerto all’ambasciata del Canada a Tokyo.

Le nozze sono state celebrate il 6 dicembre 1984. Il principe e la principessa hanno avuto tre figlie:

  • Principessa Tsuguko, nata l’8 marzo 1986;
  • Noriko, nata il 22 luglio 1988;
  • Ayako, nata il 15 settembre 1990.

Il principe Takamado è morto il 21 novembre 2002 di fibrillazione ventricolare mentre giocava a squash con l’ambasciatore canadese nell’ambasciata del Canada.
Il principe e la principessa Takamado erano la coppia che ha viaggiato di più nella famiglia imperiale giapponese: insieme sono stati in trentacinque paesi in quindici anni, per rappresentare il Giappone in varie funzioni. Dopo la morte del principe, la moglie è stata estremamente attiva in un gran numero di organizzazioni di beneficenza che coinvolgono lo sport, lo scambio culturale e l’ambiente, assumendo tutti i ruoli precedentemente detenuti dal suo defunto marito, oltre a numerosi nuovi incarichi.


 

 


CREDITI:

May stardust lead you ~